Storia Locadi

Pagina dedicata alla storia di Locadi, frazione del Comune di Pagliara

Locadi, frazione di Pagliara dal 1938, anticamente era uno stato Comune Autonomo, anzi la tradizione vuole che la sua origine e la sua autonomia siano ben più antiche di quelle di Pagliara, ma le poche fonti fin qui rintracciate non confermano detta credenza. La stessa origine del nome "LOCADI" sfugge ad una documentata ipotesi, probabilmente il termine deriva dagli antichi "Locadium, Locadius, Locades, Loccadi". Nei registri di Stato civile tra le origini troviamo anche "Licadi, Locada e Leocade". Secondo l'ipotesi di un giovane ricercatore Locadi deriverebbe da Leocades che deriverebbe a sua volta, e comunque richiamerebbe un piccolo centro sito in Grecia e come il nostro edificato su un precipizio.
Ad inizio secolo fu disposto lo spostamento dell'abitato in quanto minacciato da pericolo grave e ritenuto imminente di una frana. Il Genio Civile nel 1921 redasse un progetto di piano regolatore che prevedeva il nuovo insediamento in contrada Badia dove già sorgeva un piccolo centro abitato. Questa opportunità non fu sfruttata pertanto la frazione di Locadi fu iscritta tra le zone da proteggere da frane minaccianti gli abitanti.La popolazione diminuita di molto negli ultimi anni, si dedica prevalentemente all'agricoltura e alle attività ad essa legate (commercio e trasformazione).

locadi panorama

 

 

 

 

 

L'intero tessuto viario non presenta caratteristiche architettoniche tali da essere menzionate, ma, nell'insieme, le strade strette, con andamento irregolare e confluenti in Piazza S. Giovanni e Piazza Duomo, testimoniano l'antica origine del piccolo centro.
Un cenno particolare merita la via Duomo, su cui si affacciano le fondamenta del Duomo che la tradizione fa risalire al 1000, ancora più antichi dovrebbero essere i ruderi circostanti Piazza S. Giovanni, mentre del XVI sec. è la torre di Via Margherita.
A valle, vicino al torrente Pagliara, vi è la strada Mulino lungo la quale si trova il mulino meglio conservato del Comune e, poco più oltre, quasi dimenticata da tutti, vi è l'antica chiesa di S. Caterina menzionata da Vito Amico.

L'illuminazione avviene con lampade ad incandescenza, sparsi qua e là ci sono resti di bracci di antichi lampioni in ferro battuto.
All'entrata del paese vi è un'Icona, priva di valore artistico si espone la statua della Madonna del Tindari. Un'altra piccola Icona si trova in Piazza S. Giovanni e racchiude una statuetta della Madonna del Carmelo.Parimenti mancano insegne e targhe anteriori al 1940. Fa eccezione una targhetta in lamierino, in Via Alighieri, recante la scritta "LA FONDIARIA". Due fontanelle, di un nessun pregio artistico ma di grande utilità, si devono segnalare in Piazza S. Giovanni e in Via Cimitero.

La condizione presente di un centro, Locadi, che nel 1713 contava il doppio degli abitanti attuali, e, nel 1852, addirittura il quadruplo, impone un momento di riflessione. Come è stato possibile in un secolo cambiare volto tanto radicalmente? Varie le cause.
Dal punto di vista economico vi è stata, e ancora oggi vi è, la disattenzione verso le forme produttive legate all'agricoltura ed alla pastorizia, la difficoltà di accedere al credito agevolato, l'insufficienza è la scandalosa lentezza dell'intervento pubblico.
A ciò si aggiunge il male cronico dell'economia agricola siciliana: la mancanza di capitali e di preparazione tecnologica atti ad operare la necessaria evoluzione delle strutture agrarie in vista sia di uno sfruttamento più razionale ed evoluto, sia delle nuove richieste di mercato. E incontestabile che la decadenza e perfino la totale sparizione di attività un tempo fiorenti (baco da seta, grano, vigneto ed ora anche uliveto) non sono stati rimpiazzati a Locadi da altre attività.
Alla fine dell'800 la costruzione della provinciale Roccalumera - Mandanici, che attraversa zone più soleggiate e ha tagliato fuori l'abitato di Locadi, ha inferto un altro duro colpo e tardi, verso il 1935, si è provveduto a congiungere, con un ponte, il paese con il versante su cui si snoda la provinciale; ancora più tardi, verso il 1952, è stata tracciata la strada asfaltata di congiunzione.
Infine è da ricordare una frana che, da tempo immemorabile, minaccia parte del paese. La legge del 9 luglio 1908 N° 446 disponeva perciò lo spostamento dell'abitato, ma gli abitanti, nel complesso, hanno osteggiato tale provvedimento e, ancora oggi, solo qualche casa è stata edificata sulle aree all'uopo destinate, sul versante opposto, in località Badia.
La legge ha bloccato o limitato l'intervento delle amministrazioni per oltre mezzo secolo finché, ancora una volta tardivamente, il D. P. 8 luglio 1971 ha inserito Locadi tra i centri da proteggere da frane cancellandolo da quelli da trasferire a causa di frane.

 

torre saracenaL'antica torre d'avvistamento medievale Chiesa di S. Caterina, un bel crocifisso ligneo dell'800 e due tele della fine del 700 e inizio 800.

Pagina aggiornata il 26/06/2023

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