Storia Rocchenere

Pagina dedicata alla storia di Rocchenere, frazione del Comune di Pagliara

E’ opinione generalmente accettata che i primi nuclei abitati di Rocchenere non contino più di 200 anni. L’ipotesi, da noi condivisa, non si fonda su documenti di qualsiasi natura, ma, piuttosto, sulla loro mancanza, infatti se Rocchenere avesse già raggiunto un notevole grado di sviluppo nel 700, certamente (si veda il caso di Pagliara) avrebbe avuto una Chiesetta risalente a quel periodo e, comunque, ne sarebbe rimasta traccia nelle Chiese di Rocchenere o di Pagliara. L’analisi critica di quanto sostengono le persone anziane e delle tecniche costruttive, consente di identificare i 4 nuclei esistenti intorno a1 1860: case vecchie limitrofe al Torrente Pietra Pirciata (“casi vecchi”), “Quartieri Susu”, S. Francesco, Marchese. Si tratta di piccoli agglomerati molto distanti gli uni dagli altri e, ancora oggi non perfettamente inseriti nel tessuto urbano. Tra il 1861 e il 1900, intorno ai nuclei iniziali, sorsero altre case non ben distinguibili dalle precedenti, inoltre nuovi nuclei si formarono a monte delle Vie Belardo-Carrubara, e all’incrocio dell’attuale Via R. Elena con Via Risorgimento e Via Cesare Battisti. In questo periodo non oltre 10 case si affacciano sul tracciato in terra battuta della provinciale Roccalumera – Mandanici ancora in costruzione. Dunque, all’inizio del nostro secolo, Rocchenere aveva un aspetto assai diverso dall’attuale: poche case, non sempre raggruppate, in mezzo a vigneti trapuntati di gelsi, ficodindieti, ulivi, qua e là orti irrigui incastonati di innumerevoli varietà di alberi da frutto.
E, tuttavia, il centro già esercitava una forte attrazione sia per le possibilità agricole offerte dai primi impianti di agrumeto, sia per le prospettive commerciali offerte dalla vicinanza con la rotabile Messina – Catania favorite anche dalla nuova strada ferrata costruita verso il 1867. La costruzione degli argini del torrente (1911) e del piccolo torrente Pagliara, la ricerca e la canalizzazione di acque irrigue (Tornatola 1897, Saitta, Petrazzi o Società 1878), la fortuita scoperta (secondo la tradizione) della fioritura estiva, la costruzione dell’impianto di sollevamento “Giarmario” (25/02/1923), furono tappe decisive per l’ulteriore sviluppo economico ed urbanistico del piccolo centro che, lentamente, assumeva la forma attuale. Come a Pagliara, anche a Rocchenere non furono sufficienti i primi 20 anni del nuovo secolo per un deciso sviluppo edilizio lungo la Provinciale. Qualcuno costruiva qua e là, pochi altri si insediavano nei luoghi in cui ora si trovano gli incroci della Provinciale con Via Martello e Via Messina. Il terremoto del 1908 (che nel nostro Comune non provocò vittime, ma danneggio tante case poi consolidate con l’ausilio di speciali lame di ferro) offrì una nuova prospettiva: per far posto agli scampati anche di altri centri, nella zona retrostante Chiesa di S. Lucia (1954), tra le vigne, furono installate molte baracche che diedero origine ad un altro quartiere intorno all’attuale Via Napoli. Tra il 1921 ed il 1940, come pure nel ventennio successivo, non sorgono nuovi nuclei . Subito dopo il 1920 a Rocchenere si costruisce l’impianto di elettrificazione. Com’è ormai logico si costruisce lungo la Provinciale o parallelamente ad essa, colmando così gli spazi esistenti tra alcuni nuclei originari. E, certamente, l’intraprendenza degli abitanti e la fertilità della terra avrebbero prodotto una prosperità ancora maggiore se la crisi bellica del 1915-1918 e del 1940-1945, il malsecco del 1929, la scarsa aderenza della legislazione per l’agricoltura con le caratteristiche delle nostre coltivazioni, non avessero imposto un rallentamento che, per altro, non ha comportato mai il rischio di una involuzione. Tuttavia dette crisi determinano un nuovo assetto socioeconomico: il fenomeno migratorio verso il Centro-Nord e verso l’estero (Svizzera, Germania, Belgio, Francia, USA, Argentina, Australia etc.) sostituisce quello più antico e stagionale che portava gli operai del Comune di Pagliara nella Piana di Catania e verso le colline del Siracusano, con la conseguenza che i terreni più improduttivi o più lontani e irraggiungibili vengono abbandonati. Sul piano sociale, le conseguenze furono altrettanto evidenti a Rocchenere come in altre parti del Comune le frustrazioni proprie di queste circostanze sono e valgono pienamente tutte le considerazioni di cui è piena la letteratura meridionalista. Dopo il 1934 si ripiantarono gli agrumeti (arancio), ma solo 10-15 anni dopo si effettuarono le operazioni di innesto delle varietà “monachello” e “fino”. L’ultimo ventennio registra una espansione edilizia notevole benché parzialmente mascherata. Infatti, molti nuovi fabbricati sorgono sull’area di vecchie case demolite o, ancora più frequentemente, sono ristrutturazioni di quelle stesse abitazioni. Fanno eccezione le opere pubbliche (tra cui la scuola elementare del 1958/59, l’Asilo Comunale e un nuovo nucleo di case che sta sorgendo ad est dell’abitato lungo la Provinciale. Nei primi anni “50”, c’è stato un vano tentativo di separazione da Pagliara per aggregarsi al Comune di Roccalumera.

rocchenere panoramaPosizionato geograficamente in maniera invidiabile, Rocchenere, come Locadi, è una piccola frazione del Comune di Pagliara, ed è fra i tre centri quello di più recente costituzione. Posto sul versante Jonico dei Peloritani ed immerso nel verde intenso degli agrumeti di una bassa collina, sulla riva sinistra del torrente Pagliara, in un chilometro appena è collegato dalla S. P. 25 (Roccalumera - Mandanici) alla costa e quindi alle principali vie di comunicazioni: Ferrovia, S. S. 114 e Autostrada A18 ME - CT. Ha pure la montagna a portata di mano, infatti seguendo sempre la S. P. 25 in direzione Mandanici, ci si ritrova, dopo una ventina circa di Km. sullo spartiacque dei Peloritani, volendo, si può anche proseguire, su strada in terra battuta, fino a raggiungere la S. S. 113 sulla Costa Tirrenica.
Posto a meno di un chilometro dal mare, occupa una posizione ideale per la sua vicinanza e alla spiaggia e alle montagne. Il paese, che annovera appena un migliaio di abitanti, si stende in leggera pendenza sul fianco di una collina, assumendo la forma di un triangolo col vertice acuto volto verso l'alto. Un quartiere di case infatti, "'u quartieri i susu" si incunea nel fianco della collina fin quasi della sua sommità. E' un paese di recente costruzione, il più giovane dei tre che si trovano nel Comune di Pagliara, ma, pure se stretto da una parte dalle colline e dall'altra dal letto del torrente, va estendendosi rapidamente verso il mare, impedito nel suo sviluppo verso le montagne da una rocca di pietra nera, grafite in massima parte, che gli ha dato il nome.
E' la TIMPA NIRA, il contrafforte che chiude a monte il paese, riparandolo dal vento freddo proveniente dalle montagne, unico esempio in tutta la zona ed ultimo rifugio per gli ultimi esemplari di volpi rimaste. Il paese si è esteso in questi ultimi anni in lunghezza ed in altezza, la via Martello infatti che collega il centro del paese con " U quartieri i susu" cui prima si faceva cenno, è diventata una delle "vanedde" (viuzze) più frequentate. Il quartiere presenta qualche esempio di quelle architetture così tipiche nel secolo scorso, cioè le case le une sulle altre con vicoli e sottopassaggi che sono oltre modo caratteristici.

Essendo un paese molto giovane, non presenta granché dal punto di vista artistico ed architettonico, tuttavia meritano una certa attenzione:

CHIESA DI S. LUCIA

Sulla centralissima Via Risorgimento, di recente costruzione sorta negli anni 50, attualmente aperta al culto. Essa non contiene oggetti antichi se non quelli appartenenti alla Chiesa di S. Francesco. Tuttavia si trovano una piccola acquasantiera del 1557 recante la scritta "FRANC LO CASTELLO GUBRNATURI" forse proveniente da Forza d'Agrò e la base dell'altare maggiore che risale al 1700. Infine nella parte frontale dell'abside, per tutta la superficie, si trova un dipinto di Nino Longo di recente fattura. Il supporto del dipinto è costituito da truciolato ed aderisce alla parete dalla quale emerge, come componente del dipinto stesso, un Crocifisso ligneo preesistente ma non antico.

CHIESA DI S. FRANCESCO

Sull'omonima via, anticamente era la cappella privata di uno dei maggiori possidenti della zona: il Principe di S. Margherita. Originariamente, come anche oggi, era composta da due ambienti: il più piccolo aveva funzione di sacrestia, in quello più grande c'era l'altare. Solo successivamente, con l'ampliamento dell'unica navata, è passata all'aspetto e consistenza attuale. Probabilmente la data (1899) sul portale d'ingresso, si riferisce all'anno della ristrutturazione.

La parte antica più notevole sorge sulla Via S. Francesco, tra la Chiesa e la strada comunale Scoppo. Tralasciando il fabbricato adiacente alla Chiesa, a monte si trova un caseggiato in muratura di sola pietra che si distingue dagli altri per lo spessore dei muri assolutamente privi di mattoni e per la tecnica di costruzione di porte e finestre Quasi di rimpetto a sinistra, prima di arrivare alla Chiesetta sopra citata, si trovavano fino al 2001, purtroppo, i resti caratteristici di una fornace in attività fino ai primi decenni del nostro Secolo. Vi si fabbricavano principalmente mattoni e tegole (coppi) con argilla proveniente da una cava locale in contrada "Luriale

Le strade di Rocchenere sono più regolari, larghe e carrozzabili di quelle di Pagliara e Locadi. Più omogenee sono anche le tecniche costruttive. Tutto il paese si raccoglie intorno a due cardini perpendicolari: la Provinciale che nel centro abitato prende il nome di Via Risorgimento, e il Vallone Luriale, ristrutturato fino a monte dell'abitato, denominato Via Martello da Via Risorgimento al serbatoio comunale, e Via Dei Mille da Via Risorgimento al Piccolo Torrente Pagliara. Le strade principalmente in asfalto, pietra lavica disposta ad intreccio, generalmente è adoperata nelle strade carrozzabili con forte pendenza e mattonelle in asfalto sono utilizzati nella pavimentazione delle viuzze.

L'impianto non presenta elementi di pregio artistico, né vi sono tracce d'impianto ad olio o petrolio, usuale e l'illuminazione ad incandescenza
Di nessun pregio le fontanelle fatta eccezione per quella collocata all'incrocio tra Via Risorgimento e Via R. Elena che presenta qualche elemento decorativo e risale al periodo in cui Rocchenere apparteneva al Comune di Roccalumera (1920). Tre piccole Icone, incassate nei muri perimetrali, si trovano in Via Risorgimento e sono dedicate a S. Rita, Madonna del Tindari e Sacro Cuore: non hanno alcun valore artistico, ma è tradizione che al ritorno del Pellegrinaggio dal Tindari, ci si rechi in processione fino all'Icona sita al N°11 e dedicata alla Madonna del Tindari.

Pagina aggiornata il 26/06/2023

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri
Salta al contenuto principale